I due Mari
Gli affacci della Basilicata sui due mari si presentano con una linea poco o affatto compromessa dall’intervento umano, dove una natura ancora rigogliosa e spesso selvaggia si specchia nelle acque cristalline più volte premiate con la Bandiera Blu. Diverse nel profilo del paesaggio e nel corredo botanico, le due aree sono accumunate dalla ricchezza dei siti archeologici: alla fama indiscussa delle vestigia della Magna Grecia sullo Jonio fa riscontro l’eccezionale collezione di ritrovamenti subacquei della costa tirrenica.
Il Tirreno
Laddove le pendici dell’Appennino scendono bruscamente verso il mare, si attraversa l’abitato di Maratea stratificatosi in forme e tempi diversi lungo la linea digradante della costa. Dall’antica Maratea posta in cima al monte San Biagio passando al borgo odierno, dedalo di vicoli di origine medievale, si raggiunge l’unico porto dell’affaccio lucano sul Tirreno circondato dagli stabilimenti balneari ben integrati nel paesaggio. Risalendo, seconda solo al Corcovado di Rio de Janeiro, la statua ciclopica del Redentore garantisce lo spettacolo straordinario che abbraccia tutto il Golfo di Policastro. A pochi chilometri, nell'immediato entroterra, tra declivi boscosi che assumono rapidamente le sembianze di un paesaggio montano, sorgono i caratteristici borghi di Trecchina e Rivello. Se il primo si fa notare per i palazzi dai bei portali blasonati con interessanti incursioni nel liberty, Rivello, scenograficamente abbarbicata su un’alta cima, merita la nomea di "terrazza panoramica lucana sul golfo".
Lo Jonio
Lungo la costa jonica risuonano gli echi di antiche popolazioni provenienti dal Mediterraneo orientale che percorrendo le rotte già tracciate dai mercanti micenei, si fusero con i popoli autoctoni dando vita, con lo splendore della produzione artistica e culturale, a quella civiltà meglio nota come Magna Grecia. Il mondo delle floride e operose città di Siris/Eraclea e Metaponto, oggi ubicate entro i confini della Basilicata, rivive nelle teche dei rispettivi musei e negli antichi sedimi dei centri urbani dove ancora riconosciamo l’impianto viario, le vestigia dei templi, del teatro e dei forni delle botteghe artigiane.
Sempre seguendo le tracce della colonizzazione greca e quindi costeggiando i fiumi un tempo navigabili che dalla costa ci conducono all’interno, si coglie l’impatto profondo da questa esercitato sulle popolazioni lucane; ma si nota al tempo stesso l’esito originale generato dall’incontro con culture preesistenti. Lungo questo ideale itinerario archeologico, incrociando il notevole romanico della chiesa di Anglona nei pressi di un insediamento preistorico, si passa alle varie raccolte museali di Matera, Potenza, Melfi, Venosa, Grumentum e Muro Lucano.
Emblematico di questo itinerario il Parco archeologico di Serra di Vaglio, a oltre 1000 metri di altitudine a dominio delle vie commerciali tra le colonie joniche e i centri tirrenici, mostra tratti della cinta difensiva chilometri eretta con blocchi di ispirazione ellenica.